Negara Bank garantisce i prestiti alle PMI

Secondo il Vice Primo Ministro e Ministro delle Finanze Najib (che tra pochi giorni sarà nominato Primo Ministro) il mercato valutario interno registrerebbe circa 250 miliardi di Ringgit (51 miliardi di euro) di liquidità inutilizzati. Lo stesso Najib ha invitato le banche a continuare a fornire prestiti alle imprese ed ha affermato che la banca centrale fornirà un 80% di garanzia per prestiti concessi alle piccole industrie.

60 miliardi di ringgit per l’economia

Con un discorso di oltre un’ora, il Ministro delle finanze Najib (prossimo Primo Ministro) ha presentato al Parlamento il piano di stimolo economico da 60 miliardi di ringgit (circa 15 miliardi di euro) – per proteggere l’economia del paese dalla crisi mondiale. Il piano è molto più esteso di quanto annunciato e risulta essere la più ampia iniziativa economica che la Malesia abbia mai attuato ed i cui effetti dovrebbero concretizzarsi nel corso del 2009 e del 2010. Il piano segue quello di 7 miliardi di ringgit annunciato a novembre ed integra gli sforzi da parte della banca centrale che ha tagliato i tassi di interesse per tre volte con un totale di 1,5 punti percentuali.

Per grandi linee, il programma comprende 15 miliardi di ringgit in agevolazioni fiscali e 25 miliardi di ringgit nei cosiddetti fondi garantiti. 10 miliardi di ringgit in investimenti azionari, 7 miliardi per finanziare progetti accantonati nella precedente finanziaria e 3 miliardi di ringgit attraverso incentivi fiscali.

Queste nuove misure, comporteranno una notevole spesa pubblica e l’aumento del debito pubblico, spesso, tende a far salire i tassi di interesse, rendendo così più costoso per le imprese private raccogliere fondi o accedere al mercato obbligazionario. Secondo Najib questo non dovrebbe verificarsi grazie all’abbondante liquidità presente nel sistema finanziario nazionale sufficiente a tenere bassi i tassi di interesse ed assorbire un piano di questo tipo. Piano che in ogni caso non sarà in grando di confermare le previsioni di crescita previsto 3,5% del GDP per il 2009 che risultano azzerate (+/- 1%).

Per evitare la crescita della disoccupazione al previsto 4,5% per quest ‘anno, contro il  3,7% registrato nel 2008, il piano prevede di aiutare le imprese colpite dal calo delle esportazioni, esentando i datori di lavoro del settore tessile e di quello elettrico ed elettronico dai versamenti al Fondo di sviluppo delle risorse umane per un periodo di sei mesi, con effetto dal 1 febbraio.

Il settore automobilistico dovrebbe continuare le vendite grazie ad uno sconto di RM5000 per i proprietari che rottameranno auto di almeno 10 anni e ne acquisteranno una nuova di produzione nazionale (Proton o Perodua).

Secondo Najib è atteso che i flussi di investimenti diretti esteri in Malesia si dimezzino a 26 miliardi di ringgit nel 2009 dalla cifra record di 51 miliardi di ringgit nel 2008. Per contrastare il calo di FDI si formuleranno nuove linee guida e maggiormente liberiste e la liberalizzazione dovrebbe raggiungere anche il settore dei servizi.

Il programma prevede inoltre che 10 miliardi di ringgit siano investiti attraverso il fondo di Stato Khazanah Nasional Bhd in settori strategici, tra cui le telecomunicazioni, alta tecnologia, turismo, agricoltura ed i progetti relativi a Iskandar. Al momento non è dato sapere maggiori informazioni al riguardo e tantomeno se lo Stato acquisirà esclusivamente partecipazioni riguardanti le società sottodimensionate.

I progetti di investimenti in nuove instrattrutture saranno per un importo di 5 miliardi di ringgit e comprenderanno il nuovo terminal al Kuala Lumpur International Airport e l’espansione dell’aeroporto di Penang. La costruzione di strade e scuole in aree rurali e la manutenzione di quelle attuali porterà un aiuto ai piccoli imprenditori  di tali zone.

“Sarà una profonda e prolungata recessione mondiale”, ha concluso Najib “Non possiamo dipendere da politiche economiche ortodosse. Dobbiamo essere audaci nella formulazione di approcci innovativi per affrontare la crisi. Questo è un momento molto impegnativo per tutti noi. Dobbiamo essere forti e pronti ad affrontare le sfide future”. Con queste citazioni (un vago riferimento al fatto che in passato la crisi sia stata affrontata e superata in una modalità audace), probabilmente intende riferirsi alla crisi asiatica degli anni 90 quando la Malesia, non rispettando le indicazioni degli organismi internazionali quali FMI e Banca Mondiale bloccò il deflusso dei capitali dal paese e proibì il commercio internazionale della moneta locale (ancor oggi soggetto a forti limitazioni). In effetti, con tali mosse l’economia malesiana seppe rispondere e superò anche i forti tentativi speculativi provenienti dall’estero, contrariamente a quanto successe nello stesso periodo ad altre economie sudamericane, ad esempio in Argentina.

Nonostante gli economisti abbiano rilevato che le misure del piano siano state più ampie delle aspettative, l’opposizione ha criticato il fatto che non ci siano aiuti diretti alle persone. Per contro, la notizia del piano è stata accolta favorevolmente dalla borsa di Kuala Lumpur il cui indice KLCI è cresciuto di 5 punti nelle 2 ore successive alla presentazione, invertendo una tendenza che gli aveva fatto perdere il 6% nell’ultimo mese.

In effetti, il piano non risulta essere indirizzato esclusivamente ad aumentare i consumi evitando cosi di rinviare nel tempo il problema alla successiva situazione di saturazione del mercato. Molto probabilmente, Najib, che a fine mese diventerà Primo Ministro, intende rimanerlo a lungo ed ha paura di di ritrovarsi fra qualche anno il problema aumentato, nel frattempo, degli interessi. Visione questa che non coincide con quelle di gran parte delle democrazie occidentali rese miopi dalle alternanze sistematiche. Anche se non sono stati resi noti i dettagli, in questo caso molto importanti, l’acquisizione da parte del fondo di stato Khazanah di partecipazioni delle compagnie in difficoltà, determina una forma di sovvenzione in conto capitale con una prospettiva di rimborso – sotto forma di dividendi – quando la società tornerà, se tornerà, ad essere competitiva e profittevole. Non è ben chiaro il meccanismo di questi interventi ed è atteso siano fornite maggiori informazioni che – come già si prospetta –  non mancheranno di essere strumentalizzate.