Sammartino nuovo Ambasciatore a Kuala Lumpur

Mario Sammartino è il nuovo Ambasciatore d’Italia a Kuala Lumpur. Lo rende noto la Farnesina a seguito del gradimento del Governo interessato.

Nato a Napoli nel 1956, Mario Sammartino si laurea in giurisprudenza all’Università di Milano nel 1983. Al suo ingresso in carriera diplomatica nel 1985, svolge il suo primo incarico al dipartimento per la Cooperazione allo Sviluppo. Nel 1987 è a Colombo, responsabile dell’ufficio commerciale, mentre nel 1991 è prima Console a Dortmund, quindi dal 1994 a Mar del Plata, in Argentina. Rientra a Roma nel 1995, prestando servizio dapprima al Centro Cifra e Telecomunicazioni, poi alla Direzione Generali Affari Politici, infine alla Cooperazione allo Sviluppo, a capo della Segreteria del Comitato Direzionale per la Cooperazione allo Sviluppo. Dal 2000 è all’Ambasciata d’Italia a Rabat come Primo Consigliere, e dal 2004 è incaricato d’Affari con Lettere a Libreville, dove l’anno successivo è confermato quale Ambasciatore. Fa il suo rientro in Farnesina nel 2007, nella Direzione Generale per i Paesi dell’Africa sub-sahariana, e nel 2008 arriva la nomina a Vice Direttore Generale per la Cooperazione allo Sviluppo.

Fonte: Agenzia Parlamentare

MADE IN ITALY: OPPORTUNITÀ E RISCHI IN RUSSIA, BRASILE E MALESIA

In occasione dell’XI Forum annuale del Comitato Leonardo, è stata presentata in Campidoglio la ricerca IPSOS dal titolo “Nuovi mercati e Made in Italy: cosa pensano di noi”. L’indagine, condotta tra gli Opinion Leader di Russia, Brasile e Malesia, è dedicata all’analisi della percezione dei fattori di debolezza e di potenziale miglioramento del Made in Italy con l’obiettivo di verificarne i margini di crescita dei settori tradizionali e di quelli più innovativi”. Lo comunica in una nota il Comitato Leonardo. “La ricerca è stata commissionata dal Comitato Leonardo, nato nel 1993 su iniziativa comune del Sen. Sergio Pininfarina e del Sen. Gianni Agnelli, di Confindustria, dell’ICE e di un gruppo d’imprenditori con l’obiettivo di promuovere ed affermare la “Qualità Italia” nel mondo. Il Comitato associa oggi oltre 150 eccellenze, tra le quali 116 aziende il cui fatturato complessivo, nell’ultimo anno, ha superato i 300 miliardi di euro, con una quota all’estero pari al 53%. Al Forum oltre alla Presidente del Comitato Leonardo Luisa Todini, hanno preso parte il Presidente di Confindustria Giorgio Squinzi, il Presidente dell’ICE, Agenzia per la promozione all’estero e l’internazionalizzazione delle imprese italiane Riccardo M. Monti, l’A.D, di UniCredit Federico Ghizzoni, il Presidente di Brembo Alberto Bombassei, il Presidente di Federalimentare Filippo Ferrua Magliani, il Presidente di FederlegnoArredo Roberto Snaidero, l’A.D. di Luisa Spagnoli Nicoletta Spagnoli, oltre ad importanti rappresentanti del mondo istituzionale, diplomatico ed imprenditoriale. I lavori si sono conclusi con l’intervento del Ministro dello Sviluppo Economico Corrado Passera. La ricerca ha confermato enormi potenzialità per le produzioni italiane nei paesi in oggetto, ma ha anche evidenziato come solo i settori tradizionali (le quattro A) risultino trasversalmente associati al Made in Italy. Gli altri comparti sono conosciuti esclusivamente dagli opinion leader più informati. Il rischio è che i brand italiani vengano considerati sempre più come entità separate da un concetto di italianità o di “Made in Italy”. Oltre a fattori “culturali” e “istituzionali”, altri elementi strutturali frenano lo sviluppo del Made in Italy: Il limitato supporto finanziario-assicurativo e la mancanza di strumenti finanziari adeguati che favoriscano i rapporti e offrano linee di credito che accompagnino la crescita della domanda; la forte incidenza dei dazi doganali; la necessità di rafforzare le relazioni politico-diplomatiche; la semplificazione delle procedure normative e burocratiche etc.. Sarà necessaria un’evoluzione del sistema imprenditoriale italiano ed un approccio più maturo ed evoluto all’export: sviluppo di servizi connessi anche nelle zone più remote; maggiore attenzione alla cultura locale; diversificazione dell’offerta per rendere il Made in Italy più accessibile a target di fascia media, senza perdere la propria identità”.

Secondo Luisa Todini, Presidente del Comitato Leonardo, “il Made in Italy è un valore aggiunto che tutto il Sistema Paese deve saper sfruttare per la conquista di nuovi mercati e il consolidamento non solo nei settori tradizionali. Non è un caso che gli italiani siano apprezzati all’estero per creatività, qualità e capacità innovativa, spesso più degli altri competitor. Le aziende devono fare la loro parte, ma hanno bisogno di un maggiore sostegno istituzionale, non solo finanziario, soprattutto tramite incentivi fiscali e semplificazioni burocratiche. Plaudiamo alla costituzione della nuova Agenzia, che ci impegniamo ad affiancare nel miglior modo possibile, ma auspichiamo una razionalizzazione delle controparti, con un accorpamento dei vari enti di sostegno all’internazionalizzazione. Bisogna essere forti all’estero facendo sistema e organizzandoci a filiera: se avessimo una grande distribuzione italiana saremmo i primi al mondo in molti settori di largo consumo. Ma dobbiamo saper essere anche attrattivi verso le multinazionali, gli investitori e i talenti di ogni genere, ben vengano quei grandi gruppi stranieri o i fondi sovrani che vogliono investire nei nostri marchi mantenendo know-how e attività produttive nel nostro Paese: è la testimonianza della forza del nostro made in”.

“Il Made in Italy – ha commentato il Presidente di Confindustria Giorgio Squinzi – è una questione di interesse nazionale. Il consumatore globale associa il Made in Italy alla “Qualità”. E’ questo il segno distintivo del nostro brand nazionale sul quale dobbiamo continuare ad investire per intercettare la domanda dei mercati internazionali, sia di quelli avanzati, dove il nostro export è già consolidato, sia di quelli emergenti, dove abbiamo ampi margini di crescita rispetto ai nostri principali concorrenti europei. L’affermazione delle nostre eccellenze nel mondo necessita certamente di azioni immediate, inserite in una strategia complessiva di più lungo periodo volta a garantirne l’efficacia e la sostenibilità. L’unitarietà e la coesione del sistema-paese nel suo complesso è la condizione necessaria per la riuscita di una strategia che contempla numerosi aspetti, tra i quali, certamente ed in primo luogo, la promozione, ma anche il sostegno all’internazionalizzazione delle imprese, la tutela legale della proprietà intellettuale e industriale, il rispetto di regole commerciali sottoscritte e condivise a livello multilaterale e l’abbattimento delle barriere tariffarie e tecniche che impediscono al Made in Italy di dispiegare appieno tutto il suo potenziale. E’ cruciale sostenere le imprese innanzitutto in termini di promozione e di strumenti finanziari di accompagnamento. Puntare su accordi bilaterali di libero scambio, sulla lotta alla contraffazione e su un sistema di governance che indirizzi al meglio le risorse esistenti, identifichi le priorità geografiche e settoriali e definisca una programmazione pluriennale di politica estera economica, come quelle di cui dispongono tutti i principali Paesi avanzati”.

“L’Agenzia ICE – ha evidenziato il Presidente dell’Agenzia per la promozione all’estero e l’internazionalizzazione delle imprese italiane Riccardo Maria Monti – intende contribuire a dare sempre maggiore visibilità internazionale alle attività del Comitato Leonardo, cui sono associate imprese che realizzano oltre metà del proprio fatturato all’estero. A tal fine abbiamo individuato tre linee di azione per la collaborazione Agenzia-Comitato: ulteriore impulso alle attività del Premio all’estero, crescente focus su innovazione e high-tech, mobilitazione delle eccellenze Italiane in chiave di attrazione degli investimenti”.

fonte: Agenzia Parlamentare