La Malesia bussa alle porte di Busto Arsizio

Ha fatto visita oggi al sindaco Farioli Kumar Menon, rettore dello Stamford College di Kuala Lumpur (Malesia), ospite in questi giorni dell’associazione culturale Olga Fiorini.

Lo Stamford College di Kuala Lumpur e Malacca è il più antico dell’ex colonia britannica: storico ente educativo internazionale del Sud-est asiatico, fondato nel 1952, è oggi frequentato da 4.500 studenti provenienti da quaranta diversi paesi.

La scuola di via Varzi metterà a disposizione i propri docenti, contribuendo a potenziare ulteriormente la ricchissima proposta didattica dello Stamford, che già offre dieci diversi indirizzi scolastici, rivolti a ragazzi dai 17 anni in su: si tratta di percorsi di studio che partono dal livello base per arrivare a quello post universitario. Grazie alla collaborazione con il College, che lavora in rete con atenei britannici, australiani, statunitensi e canadesi, la scuola di Busto Arsizio avrà così anche l’opportunità di creare un apposito brand, che permetterà di diffondere in Asia il Made in Italy.

La collaborazione con l’Acof non coinvolgerà soltanto lo Stamford, ma anche il centro di formazione professionale Yayasan Pendidikan Dan Vocasional Wanita Malaysia, dove l’istituto bustocco attiverà percorsi, sempre nel settore della moda, più mirati a un immediato inserimento nel mondo del lavoro.

fonte: legnanonews.it

La Malesia ed il Trans Pacific Partnership

Forse ad ottobre il Congresso americano potrebbe ratificare il più grande e importante trattato di libero scambio mai approvato, il cosiddetto «Trans-Pacific Partnership». Sotto la guida degli Stati Uniti verrebbero coinvolti 12 Paesi: il Giappone, la Corea del Sud, l’Australia, la Nuova Zelanda, la Malesia, il Vietnam ed il Brunei per la parte asiatica, il Cile, il Perù, il Messico e il Canada per il continente americano. Paesi che rappresentano il 40% del commercio mondiale. È un evidente mutamento geopolitico e strategico che di fatto può porre in seconda fila sia l’Europa che i Paesi del Brics. È un accordo che si pone in aperta alternativa rispetto al ruolo economico e politico della Cina. Per gli Stati Uniti, quindi, il ventunesimo secolo sarà imperniato più sul Pacifico che sull’Atlantico.

Purtroppo in Europa l’evento è di fatto sottaciuto, Tutt’al più se ne parla nei circoli di esperti. Ciò dimostra la debolezza politica dell’Unione europea e la mancanza di una autonoma visione strategica dello sviluppo globale. Nel campo economico e commerciale il nuovo processo provocherà sicuramente degli sconvolgimenti. Ciò potrebbe accadere anche per le questioni riguardanti gli aspetti geopolitici e militari, ma di ciò è opportuno parlarne in altra sede.

In passato, i trattati di libero scambio, come quello del Nafta per l’area del Nord America, sono stati presentati come accordi di liberalizzazione commerciale che avrebbero fatto aumentare il commercio a beneficio di tutti i partecipanti. La realtà purtroppo è stata ben diversa. … segue

fonte: Italia Oggi