I piani di Kuala Lumpur: consolidamento fiscale e investimenti

La vittoria del partito di governo non è stata travolgente, e l’opposizione guidata da Anwar Ibrahim contesta il risultato: eppure i mercati hanno festeggiato in Malesia arrivando a un +7,8%, e il ringgit ha conquistato il 2% sul dollaro, leggendo nella riconferma del primo ministro Najib Razak e del suo partito un ritorno a una politica di consolidamento delle finanze pubbliche, dopo la parentesi elettorale e gli aumenti di spesa e debito – 2,6 miliardi di dollari di “regali”, dall’aumento degli stipendi pubblici agli sconti per l’acquisto di smartphone – che hanno sostenuto l’affermazione di Barisan Nasional, la coalizione al potere da 55 anni. L’impegno di Najib è di eliminare entro il 2020 un deficit superiore, nel 2012, al 4% del Pil: per farlo gli economisti ritengono possibili nuovi tagli ai sussidi per l’energia e l’imposizione di un’imposta sulle vendite nel 2014. L’altro grande impegno è il ritorno al grande piano da 444 miliardi di dollari di progetti, guidati dal settore privato, in infrastrutture e altri investimenti. “Probabilmente il Governo tornerà a prestare maggiore attenzione al consolidamento fiscale dopo la serie di concessioni populiste che hanno accompagnato le elezioni”, spiega all’agenzia Bloomberg Lim Su Sian, economista di Hsbc a Singapore. E Wee-Khoon Chong, strategist di Société Générale a Hong Kong, sostiene che a elezioni concluse la Malesia potrà aspettarsi un rilancio degli investimenti. Mentre Idris Jala, il ministro di Najib responsabile per il programma di trasformazione economica, prevede “una crescita molto robusta”, ….. segue

fonte: ilsole24ore.it

Sace: la Malesia verrà trasformata in un Paese ad alto reddito entro il 2020

La coalizione Barisan Nasional ha vinto le elezioni tenutesi a maggio 2013, riconfermando Najib Razak come premier. I mercati e gli investitori internazionali hanno accolto positivamente la notizia, nonostante il governo non sia riuscito a riconquistare la maggioranza dei due terzi. 

Le principali criticità sono relative alle discriminazioni delle minoranze etniche e al malcontento popolare nei confronti della classe politica corrotta. I positivi risultati dell’economia sono alla base della legittimazione del governo che, attraverso il programma New Economic Model si propone di trasformare la Malesia in un Paese ad alto reddito entro il 2020. Il PIL malese è composto principalmente dai consumi privati (48% del PIL), ma le esportazioni rappresentano un elemento di fondamentale importanza per il paese, soprattutto quelle relative alla componentistica elettronica. L’aumento del debito pubblico negli ultimi anni, dovuto ai programmi di investimento in infrastrutture, hanno causato qualche preoccupazione . La legge finanzia- ria 2012 ha, però, previsto interventi mirati alla riduzione del deficit (previsto al 4,2% del PIL per il 2013). Il sistema finanziario malese è dominato dal settore bancario nel quale sono concentrate il 70% del totale degli asset. Le banche godono di una buona capitalizzazione e redditività e la Malesia si è affermata come una sorta di hub per la finanza islamica. Il mercato finanziario e borsistico è abbastanza sviluppato grazie all’innovativo processo di informatizzazione. Il sistema legale è ben sviluppato, basato sul sistema anglosassone e generalmente efficiente, trasparente e non discriminatorio. Sono particolarmente favoriti investimenti esteri nel settore manifatturiero, in particolare nell’high tech e nell’elettroni- ca. Il sistema delle infrastrutture è molto ben sviluppato ed efficiente. Il livello della sicurezza è elevato, sebbene permangono rischi legati a istanze di gruppi di militanti locali di matrice islamica. Nel 2012 le esportazioni italiane in Malesia hanno superato, per la prima volta, il miliardo di euro, registrando una crescita del 22% rispetto al 2011. Di contro le importazioni dalla Malesia mostrano una contrazione (-13%) contribuendo così ad un avanzo commerciale per l’Italia pari a circa 252 €/mln. I prodotti esportati sono principalmente beni della meccanica strumentale (39,4% del totale), mezzi di trasporto (10%) e prodotti chimici (10,6%). L’Italia importa dalla Malesia principalmente computer e prodotti dell’elettronica, prodotti alimentari e articoli in gomma e materie plastiche. A contribuire positivamente alle esportazioni sono stati, in particolar modo, i beni della meccanica strumentale: nel 2012 ammontano a circa 400 mln/€, in forte aumento (+57%) rispetto ai 257 mln/€ registrati nel 2011. La Malesia è uno dei pochi casi in Asia in cui l’Italia abbia regi- strato nel 2012 un positivo saldo di bilancia commerciale. I principali investimenti italiani in Malesia sono stati effettuati nella produzione di gomma e prodotti derivati, nel settore dei macchinari e dei prodotti chimici. Nel corso del 2011 sono stati approvati quattro nuovi progetti per un capitale investito totale di circa 19,3 €/mln. Tra i principali attori italiani in Malesia Finmeccanica, Salini costruzioni, Marelli, Saipem e Piaggio Aero Industries. Posta al centro della regione del sud est asiatico, il paese presenta un vantaggioso sistema d’incentivi agli investimenti, una diffusa conoscenza della lingua inglese, un buon livello d’infrastrutture e una manodopera generalmente qualificata e dai costi contenuti; ciò può garantire opportunità per il “sistema Italia”.

fonte: tribuna economica