La Malesia attua un diverso approccio alla crisi economica

Alcuni giorni fa Tun Dr Mahatir Mohamad suggeriva al governo di studiare accuratamente i molteplici effetti e le ricadute sul sociale degli accorgimenti presi per risanare l’economia.  Mahatir, come riportato dalla stampa locale, ha ricordato che circa 10 anni fa mentre era ancora in carica, la Malesia superò efficacemente quella che fu definita la “crisi asiatica” e lo fece non rispettando le raccomandazioni provenienti dal FMI e dalla Banca Mondiale. Ha continuato precisando come anche in questo caso la Malesia sia colpita dalla crisi solo di riflesso e quindi sbaglierebbe ad adottare le stesse contromisure delle economie che invece si trovano in crisi; dovrà mirare a valicare la crisi, ritenuta temporanea,  per farsi trovare pronta alla ripresa dell’economia mondiale.

Il Governo Malesiano sembrerebbe aver in gran parte recepito le indicazioni dell’ex premier, e nel secondo “mini-budget”, come è stato definito il piano d’intervento, molti interventi sembrano previsti esattamente nel rispetto di tale concetto. Proprio secondo questo lungimirante approccio, nel piano economico vengono programmati incentivi ad effettuare – durante questo periodo – quelle opere di ristrutturazione o di ampliamento necessarie agli impianti produttivi, proprio perchè questo viene considerato il periodo ideale per una diminuzione o sospensione della produzione, e quindi farsi trovare pronti alla ripresa dell’economia. In tal senso saranno particolarmente considerate dal Governo quelle ristrutturazioni di tipo “green” cioè orientate ad una diminuzione dell’inquinamento. Sempre secondo l’approccio già citato, la manovra non ha previsto operazioni di agevolazione del credito al consumo nel tentativo di stimolarlo – se non per quanto riguarda le automobili di produzione nazionale – in quanto avrebbe significato un rinvio temporale del problema e non la sua soluzione; sono state invece programmate azioni che possano combattere il previsto aumento della disoccupazione ed al tempo stesso avere un “ritorno sociale”. Ciò significa che gli interventi seguiranno la direzione della creazione di posti di lavoro, non verso il settore commerciale ma verso quelli della sanità, dell’istruzione ecc. con progetti, ad esempio, per l’apertura e l’ampliamento di ospedali, case di cura e scuole. Proprio riguardo l’istruzione, è prevedibile che i prossimi laureati si troveranno di fronte al problema della disoccupazione con forti possibilità di non trovare impiego;  il Governo pensa di ovviare prolungando gli studi, sostenendo le spese per l’effettuazione di master o corsi di specializzazione della durata di un paio di anni in maniera da differire il loro ingresso nel mondo del lavoro che avverrà – da non sottovalutare – con una più vasta e profonda preparazione. Pur non agevolando il credito al consumo, il Governo non ha tralasciato di programmare azioni per la stimolazione del microcredito,  indirizzato esclusivamente verso i piccoli imprenditori in particolar modo quelli agrari o connessi all’agricoltura e che si prevede risentiranno anche loro della crisi globale, alla pari del settore manufatturiero. 

Il problema dell’individuazione delle risorse per coprire un fabbisogno così ampliato dal programma integrativo, non preoccupa immediatamente il Governo che prevedere di riuscire a far fronte per l’anno in corso utilizzando i maggiori introiti derivati dall’altissimo prezzo del petrolio di qualche mese fa. Il ribasso attuale del prezzo del  barile, si ripercuoterà sul bilancio del prossimo esercizio e,  nel caso si rendesse necessario ricorrere ad introiti straordinari, il Ministero delle Finanze sta studiano la possibile introduzione della G.S.T. (corrispondente all’I.V.A.) anche se cercherà di ritardarne il piu possibile l’entrata in vigore per evitare il fenomeno dell’aumento dell’inflazione che inevitabilmente si è prodotto in tutti i paesi in cui è stata adottata.

La Malesia attua un diverso approccio alla crisi economicaultima modifica: 2009-03-24T10:00:49+01:00da fab_kl
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