Consorzio Roma Ricerche – La Malesia guarda al made in Italy

Si tenuto stamane, presso il Consorzio Roma Ricerche, la visita della delegazione degli imprenditori della Malesia, organizzata da Unindustria di concerto con il Malaysian Investement Development Authority. Scopo dell’incontro della delegazione è stato entrare in contatto con il tessuto produttivo del territorio di Roma e Lazio e con gli istituti, come il Consorzio Roma Ricerche, che si occupano di trasferimento tecnologico alle imprese, in vista di possibili sinergie e opportunità di collaborazione. 

All’incontro hanno partecipato anche i direttori scientifici del Consorzio: Paolo Gaudenzi, direttore dell’Area Aerospazio e Coordinatore del Dottorato in Ingegneria Aerospaziale dell’Univ. La Sapienza; Carlo Giovannella, Direttore dell’Area Industrie Creative e Docente di Interfacce e Sistemi Multimodali dell’Università di Tor Vergata; Carlo Caruso direttore dell’Area Biotecnologie e Direttore Dipartimento delle Bioscienze di Roma. “È significativo che una nazione come la Malesia, di recente industrializzazione e con una rapida crescita economica, guardi a noi con interesse“ ha detto Fabio De Furia, presidente del Consorzio Roma Ricerche, “la loro economia cresce espandendosi rapidamente e questo può rappresentare un’opportunità anche per le nostre eccellenze nel mondo della ricerca e dell’impresa. Dobbiamo guardare ai paesi del Sud Est Asiatico come ai principali destinatari dell’export italiano, soprattutto per quanto riguarda il comparto tecnologico”.

fonte: agenzia parlamentare

I piani di Kuala Lumpur: consolidamento fiscale e investimenti

La vittoria del partito di governo non è stata travolgente, e l’opposizione guidata da Anwar Ibrahim contesta il risultato: eppure i mercati hanno festeggiato in Malesia arrivando a un +7,8%, e il ringgit ha conquistato il 2% sul dollaro, leggendo nella riconferma del primo ministro Najib Razak e del suo partito un ritorno a una politica di consolidamento delle finanze pubbliche, dopo la parentesi elettorale e gli aumenti di spesa e debito – 2,6 miliardi di dollari di “regali”, dall’aumento degli stipendi pubblici agli sconti per l’acquisto di smartphone – che hanno sostenuto l’affermazione di Barisan Nasional, la coalizione al potere da 55 anni. L’impegno di Najib è di eliminare entro il 2020 un deficit superiore, nel 2012, al 4% del Pil: per farlo gli economisti ritengono possibili nuovi tagli ai sussidi per l’energia e l’imposizione di un’imposta sulle vendite nel 2014. L’altro grande impegno è il ritorno al grande piano da 444 miliardi di dollari di progetti, guidati dal settore privato, in infrastrutture e altri investimenti. “Probabilmente il Governo tornerà a prestare maggiore attenzione al consolidamento fiscale dopo la serie di concessioni populiste che hanno accompagnato le elezioni”, spiega all’agenzia Bloomberg Lim Su Sian, economista di Hsbc a Singapore. E Wee-Khoon Chong, strategist di Société Générale a Hong Kong, sostiene che a elezioni concluse la Malesia potrà aspettarsi un rilancio degli investimenti. Mentre Idris Jala, il ministro di Najib responsabile per il programma di trasformazione economica, prevede “una crescita molto robusta”, ….. segue

fonte: ilsole24ore.it